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Sessualità Femminile - 2

Negli ultimi anni, i progressi della fisiopatologia, relativi alla funzione sessuale, hanno risvegliato l’interesse dei mass media sulla sessualità femminile. Ciò ha contribuito nella nostra società a cambiare l’approccio socio-culturale delle problematiche della sessualità, con particolare attenzione alle cause biologiche, che stanno alla base delle disfunzioni sessuali femminili. Questa evoluzione della conoscenza, insieme ai cambiamenti socio-culturali degli ultimi anni, ha migliorato, nella popolazione intera, la consapevolezza della necessità di affrontare e dove possibile risolvere i problemi sessuali. Pertanto, un sempre maggior numero d’individui, richiede un’assistenza volta a migliorare la propria vita sessuale.

Gli studi epidemiologici su grandi numeri riguardanti le disfunzioni sessuali femminili sono recenti, con la conseguente difficoltà di classificare i vari tipi di disfunzione sessuale ed obbligano a frequenti revisioni nel corso degli anni.
Un recente ed esteso studio in 29 paesi di Lauman et al. (2005) ha evidenziato la presenza nel 43% delle donne di una disfunzione sessuale,tra le varie disfunzioni l’ anorgasmia è presente in Europa in ragione del 24%. Tra i fattori di rischio, oltre alle comuni patologie come il diabete o l’endometriosi, lo stress, esperienze sessuali traumatiche e l’utilizzo di farmaci psicotropi, troviamo le conseguenze legate alla menopausa. La menopausa, a causa della riduzione degli estrogeni circolanti, determina l’alterazione della fase eccitatoria, la riduzione della sensibilità genitale, e l’atrofia delle mucose genitali con conseguente dolore durante il coito.
Le disfunzioni sessuali femminili vengono definite come “un problema medico multi-eziologico e multi-dimensionale, combinante elementi eziopatogenetici biologici, psicologici ed interpersonali, che agiscono negativamente sulla salute fisica ed il benessere emotivo”. L’esperienza clinica e la letteratura cercano di correlare l’approccio terapeutico dei disordini della salute sessuale della donna ai diversi e molteplici aspetti peculiari del problema, in modo personalizzato sostenendo che la biologia della funzione sessuale femminile può essere considerata un campo dello scibile medico relativamente nuovo, totalmente “in fieri” e che non esistono terapie assolutamente assodate o con chiara indicazione posologica.

Classificare la sessualità rappresenta una sfida che si scontra con l’unicità del comportamento di ciascun essere umano, ma la volontà di creare una nomenclatura delle disfunzioni sessuali femminili (DSF), seppur arbitraria, imprecisa e modificabile con il progredire delle conoscenze fisiopatologiche nel settore, è nata dalla necessità di parlare un linguaggio scientifico comune per identificare adeguati strumenti diagnostici e terapeutici.

La risposta sessuale è la risultante dell’attivazione di un circuito che può iniziare indifferentemente dal corpo, dall’emozione e dal sentimento e si articola in tre fasi successive: desiderio, eccitamento e orgasmo. La classificazione dei disturbi sessuali riflette un modello trifasico della risposta sessuale e identifica 4 categorie principali legate a: desiderio, eccitazione, orgasmo, dolore. Il disturbo può essere primitivo o acquisito, generalizzato o situazionale, psicologico, organico o misto, ed è comunque stressante per la persona e per le relazioni interpersonali. Non ci sono criteri quantitativi, la diagnosi deve considerare la componente biologica e psicologia presente, tenendo conto dell’elevata comorbilità dei sintomi sessuali e dell’effetto tempo/ciclo vitale.

Per quando riguarda il disturbo dell’orgasmo esso viene definito secondo il Manuale diagnostico statistico DSM IV: “persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale”, inoltre, “l’anomalia deve causare notevole disagio o difficoltà interpersonali”. Spesso quello di tipo primitivo è correlato a traumi emotivi o ad abuso sessuale, mentre quello secondario/acquisito (più frequente) è correlato alle medesime cause del disordine dell'eccitazione.
Se ne deduce quindi che può essere secondario ad una alterazione della formazione della piattaforma orgasmica . In tal caso è necessario anche valutare tutti i potenziali fattori biologici coinvolti, come ad esempio la riduzione del flusso sanguigno vaginale/clitorideo, la carenza ormonale, traumi perineali/genitali/chirurgia pelvica, farmaci, ecc.
L’approccio diagnostico all’anorgasmia femminile, ma anche alle altre disfunzioni sessuali, deve essere, pertanto, integrato e deve mirare ad escludere anzitutto le cause organiche e ad esplorare gli aspetti psico-relazionali che spesso sottendono il disturbo.

Ad integrare la diagnosi eziopatogenetica, sono di particolare rilevanza gli strumenti di autovalutazione. Questi presentano il vantaggio di essere estremamente attendibili e adatti a valutare un’ampia gamma di comportamenti, quali frequenza dell’attività sessuale, desiderio, eccitazione e soddisfazione, esperienze ed emozioni e di essere a volte più validi rispetto agli indici fisiologici che misurano la risposta sessuale in modo indiretto; permettendo di superare gli svantaggi che possono derivare da una eventuale distorsione e falsificazione della risposta.
In questo contesto si inserisce il Brief Index of Sexual Function for Women (BISF-W) di Taylor, Rosen e Leiblum (1994), che prevede 22 domande, per un totale di 49 item, che mirano a testare la funzione sessuale femminile relativa agli ultimi 30 giorni.
Con l’utilizzo del BISF (validato in Italia da Panzeri at al. 2004) si ha anche una valutazione di tipo cognitivo-comportamentale, che pone in dimensioni separate le attività autoerotiche e quelle svolte in coppia.

A Mestre, presso l’ Azienda ULSS 12 è in funzione da diversi anni un ambulatorio pubblico di Sessuologia al quale si può accedere per una visita, anche senza l’impegnativa del medico curante, prenotando al numero verde 800501060. Si garantisce a chi è affetto da una disfunzione sessuale un approccio di tipo multi-disciplinare che scaturisce dalla stretta collaborazione ed integrazione tra differenti specialisti al fine di diagnosticare e trattare in modo integrato i vari disturbi della sessualità.

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